LE SERVE
di Jean Genet
Adattamento e Regia di Michele Eburnea e Caterina Dazzi
Produzione mat-off
Teatro Studio Uno
Via Carlo della Rocca, 6 Roma (Torpignattara)
17-20 gennaio 2019 ore 21.00
domenica 20 gennaio 2019 ore 18.00
Con Michele Eburnea, Sara Mafodda e Mersila Sokoli
Le serve di Jean Genet adattato e diretto da Michele Eburnea e Caterina Dazzi è un testo ispirato da un fatto di cronaca nera realmente accaduto nella Francia del 1933. È lo spettacolo vincitore del Premio Nazionale delle Arti 2018 sezione regia.
In un appartamento borghese, le serve Claire e Solange meditano l´assassinio della padrona. Attraverso lettere anonime fanno arrestare l´amante della Signora quando una telefonata avvisa dell´imminente rilascio di lui: la loro congiura rischia di essere smascherata.
L´esistenza delle domestiche fatta di continui doppi e opposizioni e infinite attese altro non è che una ramificazione degradata dei gesti e delle parole della donna per la quale sviluppano una morbosa dipendenza. Le due sono intrappolate nella loro emulazione: un cortocircuito grottesco, un gioco esasperato di apparenze e mulinelli le rende schiave del loro stesso rito, rinsecchite, goffe, avvizzite. Sognano la detronizzazione della Signora, in una logica delirante che alterna odio e amore, ripetizione e variazione, in cui gli oggetti invadono lo spazio fino a diventare imprevedibili nemici.
Come ingranaggi di un carillon, il meccanismo si ripete identico, in una sovrapposizione cubista di luoghi del reale e dell´immaginifico, dando vita a infiniti interrogativi.
“Le serve è un inferno a tre, un susseguirsi di gironi, una commistione di linguaggi che toccano diversi stili. La Signora vive sulla scena, attraverso pareti e oggetti.
Il gioco delle tre carte, con lo svelamento di quello che si pensava essere l´asso di cuori, è metafora perfetta della realtà mistificata del testo e di quanto il nulla sia fulcro di questo: il giocatore non perde di vista l’asso di cuori, sa che è la prima carta del terzo mucchietto. La volta: è l’asso di picche. E sente una strana e brutale delusione: crede di aver avuto l’intuizione del niente. Ed è così che il niente diventa un´apparizione, il reale si scioglie. L’apparenza si rivela puro niente e causa di se stessa; l’essere diviene evanescente. ‘Traducete nel linguaggio del Male: il Bene non è che illusione; il Male è un Niente che produce se stesso sulle rovine del Bene´, scrive Sartre. È questo niente, è il falso che attrae Genet, la bugia che si eleva ad atto poetico”.
Con Michele Eburnea, Sara Mafodda e Mersila Sokoli Adattamento e Regia Michele Eburnea e Caterina Dazzi Foto Federica Di Benedetto Video Riccardo Pompili Grafica Jacopo Ernesto Gasparrini
Ingresso 12 euro Tessera associativa gratuita
Ingresso ridotto a 10 euro per gruppi di 5 persone, prenotand in anticipo
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