
di John Ford
M° Valentino Villa
Lunedi
Lo spettacolo sarà replicato fino al 13 febbraio con due distribuzioni che si alternano, l’8 ed il 9 febbraio alle ore 20:00 e dal 10 al 13 febbraio alle ore 17:30 e alle ore 20:00.
Possiamo chiederci di sospendere l’incredulità cui siamo costretti per credere che quella apparizione scenica sia, solo per un momento, un cuore, un vero cuore?”
Il progetto realizza la prima collaborazione tra l’Accademia e il Centro Sperimentale di Cinematografia: il M° Maurizio Millenotti guida le sue studentesse del Corso di Costume della Scuola Nazionale di Cinema CSC nell’allestimento dello spettacolo.
gli allievi del III anno del Corso di Recitazione, impianto scenico di Bruno Buonincontri, costumi a cura delle allieve del Corso di Costume diretto da Maurizio Millenotti, luci di Sergio Ciattaglia, trainer Marco Angelilli.
Costumi forniti da Tirelli Costumi; calzature fornite da Pompei.
Prenotazione obbligatoria al n. 366 6815543 – attivo dal 1 febbraio – dal lun. al ven. ore 10.30 -13.00 e 14.00-15.00
Laura Belloni 349-1257101
Le gallery fotografiche sono di Tommaso Le Pera
8 febbraio, alle ore 20, al Teatro Studio “Eleonora Duse” di Via
Vittoria, debutta “Peccato fosse puttana”, saggio del III anno del Corso
di Recitazione, regia di Valentino Villa.
Lo spettacolo sarà replicato
fino al 13 febbraio con due distribuzioni che si alternano, l’8 ed il 9
febbraio alle ore 20:00 e dal 10 al 13 febbraio alle ore 17:30 e alle
ore 20:00.
“Peccato fosse puttana” di John Ford, nella traduzione di Nadia Fusini,
condotto da Valentino Villa con gli allievi del III anno.
Artaud è la tragedia di chi cerca la libertà nella rivolta assoluta –
dice il regista – in una vertigine che nulla potrà fermare. Giovanni e
Annabella vengono dati in pasto ai nostri allievi attori come esempi di
rivoltosi in cerca di uno scontro corpo a corpo con una società
normativa, con un’autorità che sa solo minacciare, con un futuro che non
fa più promesse. E nell’assenza dell’ombra del padre, amare una sorella
e metterla incinta, spaccare una vetrina, lanciare sassi da un
cavalcavia sono la stessa cosa? Cosa vuol dire sbandierare la norma per
sfogare i propri istinti, la propria libido? Fino a che punto ci si può
unire tra diversi per soffocare ogni istanza di diversità? Nello spazio
scenico, l’apparizione finale di Giovanni con in mano il cuore appena
strappato dal corpo della sorella è uno shock, una grande sfida.
Possiamo chiederci di sospendere l’incredulità cui siamo costretti per
credere che quella apparizione scenica sia, solo per un momento, un
cuore, un vero cuore?”
collaborazione tra l’Accademia e il Centro Sperimentale di
Cinematografia: il M° Maurizio Millenotti guida le sue studentesse del
Corso di Costume della Scuola Nazionale di Cinema CSC nell’allestimento
dello spettacolo.
Villa: Il lavoro condotto in collaborazione con il Maestro Millenotti e
le sue talentuose e infaticabili allieve ha prodotto un’ulteriore
occasione di riflessione. Il costume è il riverbero di un’epoca passata,
un segno fittizio, uno specchio, che crea solo il simulacro di se
stessi. Come se gli attori, e noi con loro, si aggirassero in un animato
museo delle cere, dove è impossibile ogni appagamento.
gli allievi del III anno del Corso di Recitazione, impianto scenico di
Bruno Buonincontri, costumi a cura delle allieve del Corso di Costume
diretto da Maurizio Millenotti, luci di Sergio Ciattaglia, trainer Marco
Angelilli.
Le gallery fotografiche sono di Tommaso Le Pera