Lettura I
…essendo il dramma innanzitutto azione e, nella sua essenza, una danza, l’operazione primordiale dell’attore nella sua ricerca di una tecnica non è intellettuale ma fisica, corporea. L’azione deve cominciare con l’esistere in rapporto alla scena , in rapporto ai piani e ai volumi sui quali l’attore si muove; egli deve radicarsi sulla scena, sentire e cercare di esprimere corporalmente un’azione, prima di entrare nella complessità del carattere e di ricevere il dono della parola.
(Da una conferenza di Jacques Copeau all’American Laboratory Theatre nel gennaio del 1927)
Lettura II
“L’attore non è altro che un mimo,
il mimo è una vera tecnica,
la tecnica immunizza chi la possiede da due arbìtri: quello della moda e quello del maestro,
la tecnica elimina i mediocri, sfrutta il talento medio ed esalta il genio.”
(Da “Parole sul mimo” di Etienne Decroux – 1944)
Lettura III
Si ha bisogno di un luogo della serenità, dell’igiene mentale, dove il rispetto reciproco delle individualità diventi un organismo che dialoga con se stesso: un luogo di riflessione, di specchiamento.
Un luogo che sia fuori dalla rissa del quotidiano, non per isolarsene sterilmente, ma per contribuire con altre forze e tensioni della società alla chiarificazione, allo scioglimento di quei grumi di violenza e soprusi che di quella rissa sono causa ed effetto.
Oggi più che mai si ha bisogno di un Teatro.
Il pubblico deve ritrovarvi la bellezza, averne nostalgia quando ne esce, e così rivendicarla nella vita, nella società.
(Da “per un teatro nazionale di ricerca” di Leo De Berardinis, maggio 1999).
Classe aperta di Mimo e Mascheraa cura del M° Michele MonettaMercoledi 21 marzo 2012ore 11:30ARCI MALAFRONTE