WWW.WORDWORLDWAR.BOMB

Compagnia dell’Accademia
 
Supervisione Artistica di  Antonio Latella

 

Biennale di Venezia   6 – 14 giugno 2025

 

6 giugno – ANTONIO LATELLA

Gli ultimi giorni dell’umanità  (da Karl Kraus)

Quattro stazioni per non dimenticare

 

8 giugno – NATHALIE BEASSE

A.MOR.T

 

10 giugno – THOM LUZ

Evviva! Non ho detto niente!

 

12 giugno – SEBASTIAN NÜBLING E JACKIE POLONI

GRRRRR / GRRRRR

 

14 giugno – ALESSIO MARIA ROMANO

NOI

 

Con  

Eva Cela, Pietro Giannini, Fabiola Leone, Irene Mantova, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin

E con

Luca Ingravalle (A.MOR.T)  Andrea Dante Benazzo (GRRRRR / GRRRRR)

 

Scene Giuseppe Stellato

Costumi Graziella Pepe

Luci Simone De Angelis – Camilla Piccioni

Coordinamento del progetto Francesco Manetti

 

Il progetto WWW.WORDWORLDWAR.BOMB non prevede una tematica di riferimento, quanto un link capace di collegare tutte le creazioni degli artisti coinvolti. Un collegamento che diventa anche password per tutti gli spettatori che vedranno i lavori presentati. Il titolo “Wordworldwar” evoca ironicamente una sorta di Paese delle Meraviglie, nell’assonanza col fantastico Wonderland dell’Alice di Carroll, un luogo di parole magiche sui cui permane però un alone d’orrore che ci ricorda come ogni parola sia esplosiva, una potenziale bomba che può farci saltare in aria, più campo minato che giardino delle delizie. Le parole possono uccidere più delle armi, in modo differente ovviamente; resta comunque che il potere della parola sia sempre il potere più grande esistente. Con le parole si possono fare le guerre e anche vincerle. Chiediamo questo agli artisti coinvolti, ricordarsi della forza della parola e delle battaglie che ancora oggi, in tempi di guerra, si possono affrontare con il potere del dialogo.

 

 

Gli ultimi giorni dell’umanità

liberamente tratto da Karl Kraus

Quattro stazioni per non dimenticare

Regia Antonio Latella

Con   Eva Cela, Pietro Giannini, Fabiola Leone, Irene Mantova, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin

Dramaturg Federico Bellini

Scene Giuseppe Stellato

Costumi Graziella Pepe

Luci Simone De Angelis

Movimenti Isacco Venturini

 

Direzione di scena  Simone De Angelis – Camilla Piccioni

Assistente alla regia Consuelo Bartolucci

Assistente alla scenografia Laura Giannisi

Coordinamento del progetto Francesco Manetti

Organizzazione Brunella Giolivo

Video Lucio Fiorentino

Foto Manuela Giusto

Fonico Laurence Mazzoni

Sarta di scena Maria Giovanna Spedicati

 

Gli ultimi giorni dell’umanità non sono stati gli ultimi giorni dell’umanità. Eppure, credo che con questo titolo Kraus abbia voluto indicare con la fine dell’“umanità” l‘uccisione definitiva di tutto ciò che viene definito umano, la totale disintegrazione delle coscienze. La Prima guerra mondiale segna in definitiva il non ritorno dell’agire per coscienza, che troverà il suo culmine con il secondo grande conflitto. Kraus fa di questo testo una spietata documentazione dei fatti storici della grande guerra, scrivendo con cinica lucidità un testo che mischia continuamente le carte di una logica narrativa utilizzando continuamente stili diversi, che vanno dal teatro borghese al cabaret, alla farsa, fino addirittura al teatro dell’assurdo. Tutto pare presente in questo enorme affresco, dalla discussione su un’improbabile rinascita spirituale all’elogio della guerra come strumento educativo per la gioventù, dalle profezie su ciò che sarebbe divenuta oggi la tecnica se utilizzata senza ragione ad una spietata offensiva contro una scienza solo apparentemente progressista. In questo modo, con incredibile lungimiranza, Kraus pare parlare dell’oggi più di ciò che abbiamo dimenticato o abbiamo confinato nel territorio del già passato.

Questo materiale scelto per i giovani del biennio diventa un materiale-guerra. Gli attori sono sottoposti ad un costante stillicidio di parole a cui devono sottostare, ma soprattutto ad un vestirsi e svestirsi di decine di personaggi da far nascere e morire continuamente. Rendere vivi caratteri letterari e coscienze letterarie per poi seppellirli nel loro essere attori e attrici del nuovo millennio. Corpi armati ed addestrati ad un teatro di parola. É la parola che si fa “tutto” ma, allo stesso tempo, la variegata quantità di stili linguistici usati dall’autore diventano continui tentativi di sopravvivenza alla grande guerra e alla cecità di coloro che pur di sopravvivere sono pronti a tutto. L’adattamento, o meglio la riduzione, verrà pensata in modo attivo, quasi come una riscrittura creativa, un processo creativo che Federico Bellini e io stiamo pensando non in modo intellettualistico e quindi virtuale, ma direttamente sui corpi e sulle voci degli attori e delle attrici che saranno costretti ad una vera e propria maratona di parole. Credo che questo testo possa ridare agli attori e alle attrici di questo biennio e quindi di questo nuovo millennio, la consapevolezza di come la parola sia la più terribile arma dell’umanità.

A.MOR.T

da Shakespeare

Regia Nathalie Beasse

Con   Eva Cela, Luca Ingravalle, Fabiola Leone, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin

 

Collaboratore Artistico Clément Goupille

Scene Giuseppe Stellato

Costumi Graziella Pepe

Luci Camilla Piccioni

 

Direzione di scena Camilla Piccioni

Assistente alla regia Consuelo Bartolucci 

Assistente alla scenografia Laura Giannisi

Coordinamento del progetto Francesco Manetti

Organizzazione Brunella Giolivo

Video Lucio Fiorentino

Foto Manuela Giusto

Fonico Laurence Mazzoni

Sarta di scena Valeria Forconi

 

Lavoreremo intorno alla poesia e al teatro di Shakespeare, immaginando una variazione basata su diverse opere. Le parole saranno materiale da modellare come argilla.

Prenderemo in mano le parole, metteremo i corpi ovunque, per raccontare storie di lotta e di fratellanza, storie teatrali che diventeranno le nostre storie più intime.

« We few, we are happy few, we band of brothers! For he today that sheds his blood with me shall be my brother » (Henry V, IV, 3)

Mettere in scena il paesaggio, abitare anche gli spazi più piccoli, tutto deve diventare grande.

La narrazione è altrove. Dobbiamo aprire altri spazi. Spazi di poesia, di immaginazione. Dobbiamo portare il pubblico in un altro mondo, con l’arte povera del teatro. Il pubblico deve essere attivo e noi lo aiuteremo ad aprire altre porte.

Ascoltiamo il bambino che c’è in ognuno di noi. Giocheremo a costruire e distruggere come se stessimo giocando con castelli di carte.

Il palco è come una tela bianca e noi ci dipingeremo sopra un affresco con i nostri corpi e le nostre emozioni. Metteremo colore ovunque.

Ogni elemento sul palco è un compagno di gioco, tutto è sullo stesso piano: il testo, la musica, lo spazio, l’oggetto, il corpo.

Voglio lavorare sul coro ma anche su ogni singolo individuo. Una specie di entità a 6 teste. Fare tutto il possibile perché questa esperienza teatrale sia piena di umanità e di gioia.


Evviva! Non ho detto niente!

Iperteatro musicale basato su Daniil Charms

Regia Thom Luz

 

Con   Eva Cela, Pietro Giannini, Fabiola Leone, Irene Mantova, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin

 

Direzione musicale Peter Conradin Zumthor

Scene Giuseppe Stellato

Costumi Graziella Pepe

Luci Simone De Angelis

 

Direzione di scena Simone De Angelis

Assistente alla regia Consuelo Bartolucci

Assistenti  alla scenografia Laura Giannisi – Caterina Rossi

Coordinamento del progetto Francesco Manetti

Organizzazione Brunella Giolivo

Video Lucio Fiorentino

Foto Manuela Giusto

Fonico Laurence Mazzoni

Sarta di scena Maria Giovanna Spedicati

 

Lo scrittore e poeta Daniil Charms, nato a San Pietroburgo nel 1905, morì di fame in prigionia nel 1942 e rimase praticamente inedito durante il corso della sua vita. Quando l’Unione Sovietica crollò e i testi del suo patrimonio furono editati e pubblicati, divenne improvvisamente famoso. Si scoprì così un’opera di cupa arguzia, umorismo macabro e sfrenato piacere per l’assurdo, in cui Charms trasformava la sua disperazione causata dalle contraddizioni e dalla mancanza di libertà dell’esistenza umana in centinaia di piccole scene, monologhi, storie e riflessioni.

L’acclamato artista teatrale svizzero Thom Luz collaborerà con gli studenti dell’Accademia e il musicista Peter Conradin Zumthor per creare un arco polifonico e multidisciplinare composto da scene visive e musicali provenienti dall’universo di questo lavoro, il tutto in linea con il motto di Charms: il teatro deve calmare i confusi di questo mondo e confondere i calmi di questo mondo.


GRRRRR / GRRRRR

 

Regia/Musica Sebastian Nübling / Jackie Poloni

 

 

Con  Eva Cela, Andrea Dante Benazzo, Fabiola Leone, Irene Mantova, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin

 

Testi composti dal cast

 

Scene Giuseppe Stellato

Costumi Graziella Pepe

Luci  Simone De Angelis

 

Direttore di scena Simone de Angelis

Assistente alla regia Tommaso Capodanno

Assistente alla scenografia Laura Giannisi

Coordinamento del progetto Francesco Manetti

Organizzazione Brunella Giolivo

Video Lucio Fiorentino

Foto Manuela Giusto

Fonico Laurence Mazzoni

Sarta di scena Valeria Forconi

 

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NOI

A cura di Alessio Maria Romano

 

Di e con     Eva Cela, Pietro Giannini, Fabiola Leone, Riccardo Rampazzo, Daniele Valdemarin

 

Dramaturg  Linda Dalisi

Scene Giuseppe Stellato

Costumi Graziella Pepe

Luci Simone de Angelis

 

Direzione di scena  Simone de Angelis – Camilla Piccioni

Assistente alla coreografia Riccardo Micheletti

Assistente alla regia  Enrico Torzillo

Assistente alla scenografia Laura Giannisi

Assistente volontaria   Maria Chiara Arrighini

Coordinamento del progetto Francesco Manetti

Organizzazione Brunella Giolivo

Video Lucio Fiorentino

Foto Manuela Giusto

Sound design Laurence Mazzoni

Sarta di scena Valeria Forconi

 

Cinque corpi si susseguono in differenti situazioni, individuali e collettive. Queste scorrono come in un carillon. Un continuum di azioni legate le une alle altre, nella propria singolarità e nel legame libero ma anche forzato con gli altri. Una giornata. Una vita. Uno scorrere e una ripetizione di azioni. Il corpo e la sua danza saranno il nostro modo di raccontare e dire. Una dittatura di movimenti e corpi. Una costrizione che cerca forse un senso e una fuga.  Abbiamo indagato il nostro reale e il reale che ci circonda. Abbiamo ascoltato come le parole chiavi “worldwordwar” della proposta fattaci da Antonio Latella, potessero aprirci le porte all’immaginario e al ragionamento.  La nostra è una ricerca dove vi mostriamo non una tesi ma solo ciò che abbiamo visto. NOI è un meccanismo scenico dove il pubblico viene invitato ad osservare e ad ascoltare. NOI è il nostro mondo, un mondo “altro” e NOI siamo noi ma siete anche voi. NOI danziamo.

“L’antica leggenda del Paradiso … parla di noi, di adesso. Certo! Ci rifletta. Ai due abitanti del Paradiso fu data l’opportunità di scegliere: felicità senza libertà o libertà senza felicità; tertium non datur. E loro, asini, scelsero la libertà: e dunque? Si capisce: poi hanno rimpianto le catene per secoli.” Da “NOI” di Evgenij Zamjatin

Tutte le date
Biennale Teatro Venezia - Arsenale, Sala d’Armi A
  • 6 June 2025 - hours 16:00
  • 8 June 2025 - hours 19:00
  • 10 June 2025 - hours 19:00
  • 12 June 2025 - hours 19:00
  • 14 June 2025 - hours 18:00