PREMIO PIU’ LUCE | Tener-a-mente 2017

 

Più luce!
Perché ne abbiamo bisogno, di stelle luminose.
Perché la Poesia può e deve essere rivoluzione.

 

A casa di un poeta, arriva la prima edizione di un Premio per attori (o aspiranti tali) di ogni età, invitati a recitare versi più o meno noti per regalar loro nuova vita.

 

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE.

I concorrenti dovranno misurarsi con l’interpretazione (a memoria o a lettura) di almeno 2 testi poetici, o stralci di poemi, di cui uno a propria scelta e uno selezionato tra una rosa di 30 liriche selezionate, da scaricare qui. Sono ammesse anche traduzioni diverse da quelle fornite.

Le candidature sono aperte dal 30 aprile al 30 giugno: in questo periodo i partecipanti possono inviare all’indirizzo mail piuluce@anfiteatrodelvittoriale.it, un video della propria interpretazione e, eventualmente, una liberatoria, scaricabile qui, che autorizzi la pubblicazione dello stesso sulle pagine web e social di Tener-a-mente.
Chi lo preferisse, potrà inviare il video su supporto cd tramite servizio postale all’indirizzo via F.Nullo n.65, 20129 Milano – all’attenzione di Viola Costa.
La qualità del video non sarà oggetto di valutazione, che verterà esclusivamente sull’interpretazione delle liriche scelte. E’ quindi possibile anche inviare semplici riprese effettuate con telefoni
cellulari.

Un comitato artistico sceglierà i primi 7 finalisti, mentre la giuria popolare del web potrà decretarne altri 3, tra quanti avranno consentito la condivisione dei propri video sulla pagina Facebook del Festival e ricevuto il maggior numero di “mi piace“.

I 10 finalisti, selezionati entro il 5 luglio, si sfideranno a colpi di versi in una finale aperta al pubblico, battezzata da un omaggio all’arte del Vate reso da un noto protagonista del teatro e del cinema. La data della sfida finale è prevista per il 14 luglio.

Per il vincitore, scelto da giuria qualificata e dal voto del pubblico presente in teatro, un premio di € 1.000.

 

 

POETICA del Premio

Ancora ebbri di una stagione splendida nella cornice dell’Anfiteatro del Vittoriale, abbiamo iniziato questo 2017 con una forte esigenza di Bellezza. Quasi una febbre, perché la Bellezza è come la gioia di vivere, non basta mai, più la conosci più continui ad averne bisogno. Diventa parte di te e non puoi immaginare di farne a meno, una sorta di terzo occhio che fa il lavoro degli altri due più il giro del mondo in cinque o sei sospiri di meraviglia.

Portare la Poesia in Casa d’Annunzio, chiedendo alla carne e alle ossa di attori di ogni età e scuola di farla vibrare sulla profonda superficie del Laghetto delle Danze, significa lanciarsi nell’ambiziosa
sfida di aggiungere pietre fresche a quelle vive già presenti e che brillano sempre più luminose.

Celebrare la Poesia, a casa di un grande Poeta, non solo è un omaggio, ma ci pare un allegro dovere : Nulla di più amato del canto ambiguo dove all’esatto si unisce l’incerto, scrive Verlaine parlando di quest’arte antica eppure sempre magicamente giovane, capace di salvarci la vita a volte, soprattutto quando, abbandonate alcune magnifiche illusioni di giovinezza, si arriva a un pelo dal non credere più in lei. E invece no, ci tende una mano di ferreo velluto e ci tira su, a rimirar le stelle.

La maggior parte delle liriche selezionate non sono fra le più note al grande pubblico, ma proprio per questo riteniamo vadano ascoltate e conosciute in un luogo che è stato ed è spazio di innovazione e scoperta. Si tratta di poesie intense, spesso scritte da poeti che sono prima ancora uomini e donne da scoprire o riscoprire, regalando loro un nuovo lampo, una nuova storia.

Più luce!”, come si racconta abbia esclamato Goethe mentre chiudevano le tende della stanza dove la sua vita terrena stava volgendo al termine.

Chi vive di Bellezza e quindi anche di Poesia non si arrende al buio, anche quando tutto dice che dovrebbe.

Questi versi in concorso volano veloci da Oriente a Occidente, capitombolando sull’equatore e tuffandosi ad occhi aperti nell’oceano, infischiandosene delle distanze culturali e geografiche e del tempo che li separa gli uni dagli altri.

Perché la Poesia è anche questo, un mondo parallelo che resta sempre in volo ma che puoi toccare con un dito, se ti abbandoni: come con l’albatro di baudelairiana memoria, bisogna stare attenti solo che non perda quota.

La Poesia non conosce altra distanza se non quella fra le sue parole e il cuore di chi le si avvicina.

E noi cerchiamo di accorciarla al massimo questa distanza, giusto uno di quei cinque o sei sospiri cui si accennava : caldi, luminosi, tutti vivi. Cantiamo la gioia, come d’Annunzio invita, a casa sua.

Il resto è soltanto letteratura”.

Paola Veneto