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Deflorian / Tagliarini REWIND - Omaggio a café Müller
Il tempo trasforma, cancella e l'idolo si frantuma, rimangono le sacre macerie. 1978.
Café Müller di Pina Bausch. Un infarto teatrale nel mondo della danza.
Un evento artistico, un pezzo di storia dell´arte del ‘900. Per tutti
noi troppo giovani allora Café Müller è stato una pietra di
paragone, un mito, una frase fatta. A distanza di trent´anni abbiamo
preso Café Müller come punto di partenza. Quell´oggetto oggi è
inevitabilmente altro: il tempo trasforma, cancella, confonde e l´idolo,
intoccabile e mitizzato si frantuma, rimangono le sacre macerie. Finalmente
le macerie. E allora è possibile camminare tra queste macerie,
prenderne in mano una, guardarla da vicino e frantumarla ulteriormente.
E´ possibile finalmente ridere. Con quello che resta è possibile fare
tutto. "Ogni uomo uccide ciò che ama" canticchiava Jeanne Moreau in un
film di Fassbinder. Un lavoro sui tradimenti della memoria quindi, un
tentativo di re-invenzione fatto di continue interruzioni, da miriadi di
piccoli racconti collaterali tra autobiografia e totale fantasticheria.
Un improbabile riavvolgimento del tempo, rewind appunto. Le sedie, lo
spazio, i corpi, la danza, e noi oggi. Lontani da quella salvifica
drammaticità di allora. Lontani da noi, spossati dal troppo aver visto,
nuova forma di cecità. Dedicare un lavoro teatrale ad uno spettacolo mai
visto non è stata una provocazione, ma una riflessione appassionata .
Ci siamo impegnati a raccontare questo miracolo artistico senza mai
farlo vedere al pubblico e nel raccontarne la indicibile magia ci siamo
ritrovati a parlare di noi, delle nostre famiglie, dei nostri amori e
degli inizi e delle fini, di Odissea 2001 di Kubrick e di Mastroianni,
di Madonna, dell´11 settembre e di Kennedy. Non per divagare, ma per
verbalizzare la nostra esperienza come spettatori di fronte ai suoi
lavori e la nostra nostalgia per qualcosa che non può tornare. Ora che
Pina Bausch se ne è andata, è rimasta la sua lezione: i suoi spettacoli
sono sempre stati cartine di tornasole dell´esistenza, spettacoli fatti
per chi li guardava, spettacoli non di intrattenimento ma che volavano
via e che avresti voluto durassero giorni e non ore, spettacoli non
istruttivi, non critici, non politici, non sociali, spettacoli di
spietato antinaturalismo ma da cui uscivi con un rinnovato senso di
realtà, spettacoli dove la frammentarietà non toglieva nulla alla
fortissima autorialità dell´insieme, spettacoli divertenti e commoventi ,
spettacoli che univano indissolubilmente umanità e forma. Come non
voler fare teatro dopo averli visti? Come non voler fare danza dopo
averli visti? Abbiamo dato il peggio, nel cercare di fare degli
spettacoli ‘alla´ Pina B., anni di sedie e di sottovesti, anni di
micromovimenti e microfoni con fili penzolanti, per poi finalmente
dimenticare tutto e cominciare ad assorbire la lezione più profonda e
semplice, la solita vecchia lezione di tutti i maestri: non seguirmi,
cercati.
Crediti uno spettacolo di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini produzione
A.D. | con il contributo dell´Imaie | con la collaborazione di Area
06-Roma, Rialto Santambrogio-Roma, Florian TSI-Pescara, Centro Artistico
Grattacielo-Livorno, Armunia- Castiglioncello | organizzazione Anna
Damiani | produzione e accompagnamento internazionale Francesca Corona |
direzione tecnica Giulia Pastore
Prenotazioni tel 06 69426222 e-mail promozione@teatrobibliotecaquarticciolo.it
I biglietti prenotati vanno ritirati un giorno prima dello spettacolo
Orari Botteghino aperto solo nei giorni di programmazione feriali ore 18-21.00, festivi ore 16-18.00
Teatro Biblioteca Quarticciolo Via Ostuni 8 - 00171 Roma
Come raggiungerci tram 14 - bus 213, 450, 451, 508, 543 |