Roma, 10/04/2018

Si è concluso il laboratorio diretto da Galatea Ranzi dedicato a un percorso attraverso la parola di testi narrativi recitati dagli allievi:

IL GABBIANO di Raffaele La Capria
allievi Domenico De Meo e Raffaele De Vincenzi

IL GIOVANOTTO COL GAROFANO di Karen Blixen
allievi Luca Forlani e Elisabetta Mancusi

I PRIMI SETTE ANNI di Berbard Malamud
allieva Dora Macripò

LA VEDOVA E IL PAPPAGALLO di Virginia Woolf . allievi Danilo Capezzani e Giulia D´Aloia

CATTEDRALE di Raymond Carver
allievi Matteo Binetti e Leonardo Ghini

NON ESISTE SAGGEZZA di Gianrico Carofiglio
allievo Gianfilippo Azzoni

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“ed eccoci alla fine di questo esperimento!

…È stato un gioco. Un gioco personalissimo e, in qualche maniera, inevitabilmente arbitrario, di cui parte essenziale sono stati i libri di altri.
Abbiamo giocato a smontare e rimontare le parole come certi bambini fanno con i giocattoli. Con lo stesso spirito: per vedere cosa c´è dentro, per capire come funzionano, per sperimentare usi diversi. Senza seguire istruzioni.
Quello che conta non è il singolo risultato, ma l´idea stessa che questo gioco possa essere giocato, la consapevolezza che potranno esserci parole nuove, parole precise, che ci mostreranno nuovi oggetti, nuove idee, nuovi territori da percorrere.
Esplorare un linguaggio significa, sempre, un´esplorazione allo stesso tempo di sé e del mondo, un viaggio di scoperta, una ricerca di senso.
…qualcuno ha scritto:
in principio era la parola. La parola era presso Dio, la parola che era creazione.
Ma, nel corso di secoli di cultura umana, la parola ha acquisito altri significati:
avere la parola è diventato sinonimo di autorità suprema, di prestigio, di potere di persuasione enorme e talvolta pericoloso, di facoltà di apparire nella fascia oraria di massimo ascolto…
La parola vola attraversa lo spazio, rimbalza dai satelliti, più vicina di quanto lo sia mai stata a quel cielo dal quale si credeva provenisse.
Ma la sua trasformazione più significativa è accaduta molto tempo fa, quando venne incisa per la prima volta su una tavoletta o tracciata su un papiro, quando si materializzò passando da suono a rappresentazione, dall´essere detta all´essere scritta, dall´essere scritta all´essere letta.
Noi attori passiamo la vita a cercare di interpretare attraverso la parola le tracce che cogliamo degli altri, della società, del mondo di cui siamo parte. È in questo senso, nel senso di questa inestricabile partecipazione, che re-citare è sempre e contemporaneamente un´esplorazione di sé e del mondo; dell´essere individuale e dell´essere collettivo. È … essere qui.”
Galatea Ranzi